mercoledì 2 dicembre 2009

La battaglia delle Donne

Da poco ho ascoltato in TV lo sfogo di Alessandra Mussolini sul caso video hard e le sue considerazioni incazzate e pessimistiche sul ruolo che sempre la donna assume in questa società certamente maschilista. E' da tempo che , osservando i manifesti per la strada con donnine nude per pubblicizzare un sapone o un cappello, avevo fatto una riflessione sulla strada fatta dal mondo delle donne, ma anche quello più specifico del mondo del femminismo (quando anche il sesso della nascita diviene politica o sindacato). E' facile osservare (vedi i manifesti) che la battaglia delle femministe è stato un naufragio completo e questo perchè è stato sbagliato l'obiettivo. La uguaglianza, ecco lo slogans delle femministe che dipinge un sorriso sardonico sulle labbra dei maschilisti. Avete voluto l'eguaglianza...ebbene fate i celerini, entrate nell'esercito, faticate 8 ore al giorno e poi altrettante a casa e, alla fine esponete il culetto sui manifesti. E poi le quote rosa per quei segmanti dello stato nei quali esisteva un vero e proprio muro. Bene, sei entrata nel 20% di quota rosa ora siediti e fai quello che diciamo noi, se vuoi restare. Cosa bisognava fare? battersi per la diversità dei sessi; la donna è donna con tutte le sue peculiarità. E' vero non sarà forte come un uomo, non correrà veloce come lui, non solleverà pesi quanto Lui, e, vi aggiungo, non guiderà l'auto come Lui.... ma chi se ne frega. Qual'è la forza delle nostre differenze?battiamoci per questo. Non si è voluto dare dignità al ruolo di casalinga, non si è voluto esaltare il ruolo viscerale e pedagogico di madre, non si sono esaltate quelle doti di intelligenza riflessiva, di capacità di programmare il futuro a piccoli e sicuri passi, non si è esaltata la costanza, la rigidità morale, l'educazione e tante altre doti che connotano il sesso femminile.
Cosa mi sarei immaginato da questa sovcietà? due concorsi, uno per celerino con il 70% per i maschi ed il 30% per le donne, e quello per questore con le stesse percentuali ma al contrario. Per fortuna tantissime donne hanno capito che il traguardo era far notare le differenze e non l'uguaglianza e sono arrivate ai posti più elevati in tutti i settori. Loro le capofile, noi sulla strada da loro indicata con un unico motto: VIVA LE DIFFERENZE